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sabato 8 novembre 2014

TDG : C.T. RUSSEL E L'ORDINE NELLA CONGREGAZIONE


RUSSEL E L'ORDINE NELLA CONGREGAZIONE
 

Autore S.D.



007 : Per dare una maggiore visibilità all'argomento ho deciso di racchiudere alcuni commenti fatti da S.D. nel blog proclamatoreconsapevole , in un post a parte, con la possibilità di commentare e aggiungere i nostri e vostri pensieri al riguardo. Segue il post di S.D.


Mi sembra opportuno riproporre in questo post, quanto da me già detto qualche tempo fa, con qualche ulteriore aggiunta:

"La pratica della disassociazione,così come noi la conosciamo, fu introdotta per la prima volta nelle congregazioni dei TdG nel 1952. L'articolo che diede il via a questa procedura estrema si intitolava "Mantenere l'organizzazione pura" e fu pubblicato sulla w 1/3/1952 (ediz. italiana 15/8/1952 pp.243-253). ....."

Prima del 1952

Ma come veniva amministrata la disciplina prima di allora? Consiglierei la lettura, a tutti i fratelli e sorelle, in primis, e a chi ha la possibilità di farlo il capitolo 6 del libro Studi sulle scritture vol.6 La Nuova Creazione scritto da Russell nel 1904 ed intitolato "Ordine e disciplina nella nuova creazione".
   Russell, diceva:"Lasciamo al Vignaiulo la potatura della "Vite", la correzione di ogni membro veramente consacrato dalla Chiesa di Cristo, lasciando fare a lui la scomunica,,,,Tutto ciò è diverso nelle organizzazioni umane nella misura in cui hanno ignorato o abbandonato la semplicità della disposizione divina. Essi hanno fatto delle regole arbitrarie riguardo a chi può essere riconosciuto membro o ramo della Vite e chi non può essere ammesso alla piena fratellanza; hanno istituito esazioni finanziarie e varie regole e regolamentazioni che le Scritture non hanno istituito;hanno dettato numerosi credi e confessioni di fede che le Scritture non hanno dettato;hanno prescritto pene per violazioni di tali dettami che le Scritture non hanno imposto ed hanno fatto dei regolamenti riguardo all'abbandono della fratellanza, alla scomunica, ecc, contrari a qualsiasi autorizzazione data alla Vera Chiesa, al Corpo di Cristo, alla vera Vite, alla Nuova Creazione",

Come mantenere "l'ordine" e la "purezza"

Tuttavia, Russell riconosceva la necessità di mantenere l'ordine nella congregazione, ma aggiungeva:" Con questa parola ordine tuttavia non intendiamo dire rigidità o formalismo".........
"La semplicità della disposizione divina" di cui parla Russell era quella indicata in Matteo 18:15-17 ...."Il pentimento e il ravvedimento è il vero obiettivo di ogni fase di questi procedimenti, riabilitare il trasgressore;la sua punizione non è affatto l'obiettivo. La punizione non appartiene a noi ma a Dio....In verità, anche se il trasgressore si rifiuta di dare ascolto (obbedire) alla decisione della Chiesa intera, non si deve infliggere né tentare di infliggere nessuna punizione. Che fare allora? La Chiesa deve semplicemente toglierli la sua amicizia e tutti i segni o le manifestazioni di fraternità. Da quel momento in poi il colpevole deve essere trattato come come un pagano e un pubblicano – Matteo 18:17”.


..."Trattarlo come un pagano o un pubblicano non significherebbe diffamarlo o disonorarlo anche dopo che fosse stato abbandonato. Il popolo del Signore non deve essere diffamatore o calunniatore in nessuna circostanza;il comando generico:"Non parlate male di nessun uomo" vale esattamente per questo caso. Non dobbiamo né parlar male, Nè guardar male pubblicani o peccatori, Né rifiutare di ingaggiare in attività commerciali con essi; invece dobbiamo sospendere la comunione speciale che abbiamo con loro....." Ed ancora: "Secondo questa Scrittura, tutto ciò che la chiesa potrebbe fare sarebbe, dopo aver invano cercato di indurre il fratello a pentirsi e a cambiare, quello di ritirare la speciale comunione fraterna con lui fino a quando egli avrebbe espresso la volontà poi di fare il bene. Poi dovrebbe essere ricevuto di nuovo in piena comunione. Nel frattempo il fratello può semplicemente essere trattato gentilmente, in modo cortese, come sarebbe giusto per noi per trattare qualsiasi pubblicano o Gentile"- (w 1/3/1919 p.69)

Come siamo lontani anni luce da questi insegnamenti cristiani ed amorevoli!!!


Appendice

p.s.

Aggiungo che dalla metà degli anni 70 fino all'inizio degli anni 80 prevalse tra i TdG una posizione più moderata verso i disassociati. L'articolo che diede il via al nuovo orientamento era intitolato "Manteniamo una veduta equilibrata verso i disassociati” , di cui ora sappiamo che l'autore fu R.Franz. Insomma, R. Franz come C. T. Russell: "Gli anziani della congregazione, nonché i suoi singoli componenti, perciò, dovrebbero badare di non sviluppare un'attitudine che si avvicini a quella fomentata da alcuni scrittori rabbinici giudei verso i Gentili considerandoli veri e propri nemici. È giusto odiare il male commesso dal disassociato, ma non è giusto odiare la persona né è giusto trattarla in modo disumano ..." (w 15/01/1975 p. 51). 

 Ne consiglio, ovviamente, la lettura a tutti, a meno che non si consideri quel "cibo" scaduto, avariato, ,"da consumarsi preferibilmente entro...."... il prossimo intendimento, il nuovo lampo di luce!!! Credo di esprimere i sentimenti di gran parte dei lettori di questo blog nel dire che la posizione espressa da Russell e riconfermata nella w 1975 esprima nel miglior modo quella che è la nostra posizione sull'argomento. Se oggi Russell fosse vivo, sarebbe sicuramente un "proclamatore consapevole", per altri solo un "apostata"!!! Per me, invece, di Russell, avendone letto gli scritti, resterà un' immagine di un buon Pastore, di "un servo fedele e prudente", nonché "discreto", un umile "Ricercatore di verità", come l'ha definito qualcuno su questo blog. Non disprezziamo quel giorno delle piccole cose", anzi rivalutiamolo!!!





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17 commenti:

  1. Grande Russel basta cosi.....

    Anche se non ti ho mai visto, ti voglio bene.

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  2. Simpatico anonimo........sono con te!!!!


    MalcomX

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  3. Non so cosa darei per vedere un articolo del genere pubblicato OGGI.

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  4. Grazie 007 per aver dato ampia visibilità alle parole di Russell, perché quelle parole le possiamo giustamente considerare delle perle di saggezza biblica ed in quanto tali non dobbiamo condividerle indistintamente con tutti. Vangelo docet!!! Ed essendo quasi del tutto preclusa la possibilità ai lettori di entrambi i blog "consapevoli" di consultare quelle antiche fonti, a beneficio di tutti voi, trascriverò quelle antiche perle di saggezza biblica, perché estremamente attuali e potremo anche definirle verità intramontabili, non sottoposte a "lampi di luce" o "bordeggi"!!! Russell è morto quasi un secolo fa, ma le sue parole sono ancora vive ed io le considero ancora molto nutrienti. "La legge uccide!!!Lo spirito vivifica"!!! Voi che ne pensate?

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    1. io penso che Russel fu adoperato da Geova in modo straordinario.
      Un vero pastore .La sua ragionevolezza riflette quella del Maestro

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    2. Si, 007,
      io credo lo steso , ma anche sta scritto nelle Profezie su di lui :
      Osea 12
      14 Mediante un profeta il Signore condusse Israele fuori d'Egitto;
      Israele fu custodito da un profeta.

      La realta e che Geova uso questo frattello per "condurre" il "Israele" spirituale (i veri Cristiani) fuori dal Egitto (mondo) all inizio degli "ultimi giorni" (epoca moderna)
      noi oggi siamo parte di questo "Israele" (nella vista di Geova)
      per certe raggioni , in questo periodo di tempo (da Russel in poi) il Israele si diviso in "12 tribu" - cio che significa che si sono formato dei gruppi (parliamo dei gruppi che rimasserro nell'insegnanza fundamentale Cristiana che fosse "rissuscitata" da Russell , pero avendo alcune differenze
      la venuta di Gesu (seconda venuta) e il tempo quando quelli che ama veramente Geova e Gesu e il Regno e la sua giustizia (di ciascuno di questi 12 tribu) serranno "radunatti" in SOLO UNO "OVILE"
      e Geova il loro Dio:
      Geremia 31
      1 «In quel tempo», dice l'Eterno, «io sarò il DIO di tutte le famiglie d'Israele, ed esse saranno il mio popolo».
      (C'e da dire tanto , pero poco a poco.)

      (il straniero)

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    3. Chi vuol essere un russellita può associarsi alla Chiesa del Regno di Dio, Credo che il commento precedente sia stato scritto da un loro seguace. Addirittura una profezia applicata a Russel. E poi non ditemi che questo forum non incita all'apostasia!!

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    4. Io eliminerei i muri che ci dividono dai cosidetti movimenti Russeliti
      e magari aprirei un dialogo serio con loro riunendoci in un solo popolo
      che loda Geova. A meno che non ci considerano apostati loro ,ma penso che anche da loro ci siano persone ragionevoli con cui parlare. Ci accomuna Geova e la speranza e abbiamo solo piccole divergenze su
      cose secondarie.

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    5. libera combattiva13 gen 2015, 10:41:00

      Sono d accordissimo. Sarebbe un ottima iniziativa. Mi chiedo come mai nelle riviste non vengono mai riportati gli studi di Russell. Quel cibo è stato l inizio del ns nutrimento. Perche nasconderlo? Non è in linea con il pugno di ferro attuale? Ma non è l amore che deve contraddistinguere i cristiani?? Mammamia quante domande!! Che confusione! Come vorrei un cristianesimo sincero e semplice come quello che ci insegnato Cristo! Dobbiamo aspettare il regno di Dio, mi sa che oggi non possiamo aspettarci nessun miglioramento..che tristezza però!

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    6. Il C.D. mica si tira la zappa sui piedi? Degli insegnamenti di Russell oggi non ne è rimasto più niente. Anzi stiamo remando contro quegli insegnamenti!

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  5. Disciplina nell'Ecclesia
    -Mat. 18:15-18-
    L'amministrazione della disciplina non è solo funzione degli anziani, ma della Chiesa intera. Se sembra che uno sia nell'errore o nel peccato, dovrebbe far notare lo sbaglio presunto a chi erra solo colui che ha ricevuto dei danni da costui oppure solo il membro che ha scoperto per primo lo sbaglio. Se colui che viene ripreso non riesce a discolparsi e continua nell'errore o nel peccato, allora si dovrebbe chiedere a due o a tre fratelli senza previo preconcetto di ascoltare la faccenda e di consigliare i disputanti. (Essi possono essere Anziani o meno, ma il loro essere degli Anziani non aggiungerebbe nessuna forza né nessuna autorità al caso eccetto per quanto riguarda il fatto che il loro giudizio potrebbe essere più maturo e il loro ascendente più potente). Se questo comitato decide all'unanimità per una delle due parti, l'altra parte dovrebbe accettare e la faccenda dovrebbe essere completamente risolta effettuando presto la correzione, o restituzione, per quanto possibile. Se uno dei due disputanti originari persiste ancora nel cammino sbagliato, colui che ha fatto all'inizio l'accusa o uno di coloro che sono stati chiamati in comitato, oppure, preferibilmente, tutti costoro insieme, possono allora (ma non prima) esercitare il loro privilegio di presentare la questione all'Ecclesia, al corpo, alla Chiesa. In tal modo è evidente che gli Anziani non dovevano essere in nessun senso giudici dei membri: si lasciava l'udienza e la sentenza al corpo, o alla Chiesa locale. Una volta fati i due passi preliminari (summenzionati), una volta che i fatti erano stati assicurati agli anziani, sarebbe stato loro compito convocare un'assemblea generale dell'Ecclesia, o corpo consacrato, a mo' di corte, per ascoltare il caso in tutti i particolari e, nel nome del suo Capo e nella riverenza verso di lui, per offrire una decisione. E la faccenda dovrebbe essere così chiara, e la persona condannata dovrebbe avere un trattamento così generoso, che la decisione sarebbe all'unanimità, o quasi. In tal modo si preserverebbe la pace e l'unità del corpo (l'Ecclesia). Il pentimento fino al momento in cui si è condannati dalla Chiesa è possibile. O meglio, assicurare il pentimento e il ravvedimento è il vero obiettivo di ogni fase di questi procedimenti, riabilitare il trasgressore; la sua punizione non è affatto l'obiettivo. La punizione non appartiene a noi, ma a Dio:"A me la vendetta, io darò la retribuzione, dice il Signore" (Rom. 12:19) Se colui che ha sbagliato si pente in qualsiasi momento di questo procedimento, dovrebbe essere motivo di ringraziamento e di gioia per tutti coloro che posseggono lo Spirito del Signore e chiunque non lo possiede non è membro del suo corpo. (Rom. 8:9 ) In verità, anche se il trasgressore si rifiuta di dare ascolto (obbedire) alla decisione della Chiesa intera, non si deve infliggere né tentare di infliggere nessuna punizione. Che fare allora? La Chiesa deve semplicemente toglierli la sua amicizia e tutti i segni o le manifestazioni di fraternità. Da quel momento in poi il colpevole deve essere trattato "come un pagano e un pubblicano" Matteo 18:17 (Fine prima parte)
    (Perle antiche di saggezza biblica. Tratte da Studi sulle Scritture Volume 6 La Nuova Creazione 1904- capitolo 6 "Ordine e disciplina nella Nuova Creazione" pp. 287,288)

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  6. "Disciplina nell'ecclesia" ( 2 parte)

    In nessun momento si debbono rendere di dominio pubblico le colpe o le mancanze del colpevole durante questi procedimenti, provocando scandalo per lui, per la Chiesa e per il Signore, Capo della Chiesa. Né si deve parlare di lui duramente anche dopo la separazione; come pure non dobbiamo rimproverare o inveire contro i pagani e i pubblicani, ma dobbiamo "non parlar male di nessuno" e "fare del bene a tutti". (Tito 3:2; Gal. 6:10) L'amore è la qualità che insiste sull'obbedienza più stretta a questi due ultimi requisiti verso "tutti gli uomini": quanto più insisterà l'amore affinché un "fratello", un membro come lui dell'Ecclesia, il corpo di Cristo, non solo non sia danneggiato da dichiarazioni false o travisate, ma le sue debolezze o i suoi errori grossolani o i suoi peccati siano per di più ben coperti, perché non siano visti non solo dal mondo non comprensivo, ma anche dalla "famiglia della fede" e persino dalla Chiesa, fino a che non si veda assolutamente necessario il passo finale del "dirlo alla Chiesa". Ad ogni passo lo spirito d'amore spererà che colui che ha sbagliato sia vittima di qualche malinteso e pregherà perché la sapienza e la grazia allontanino il peccatore dall'errore del suo cammino e così (magari) salvino un'anima dalla morte. Giacomo 5:20 Oh, che lo Spirito santo, spirito d'amore, possa dimorare in ogni membro dell'Ecclesia così abbondantemente che dia dolore sentire una storia diffamatoria contro chiunque e specialmente contro un nostro membro! Ciò eliminerebbe immediatamente metà, o più, della frizione. E se si seguisse il procedimento suddetto, descritto a grandi linee dal Signore, non si arriverebbe a frequenti processi nella chiesa: anzi, togliendo di mezzo il motivo delle animosità, si inculcherebbe rispetto per il giudizio della Chiesa in quanto giudizio del Signore e si darebbe ascolto e si obbedirebbe alla voce della Chiesa. Inoltre, visto che prevarrebbe l'ordine e l'amore, possiamo star certi che ciascuno cercherebbe per quanto possibile di "interessarsi dei fatti propri" e non cercherebbe di rimproverare suo fratello o di correggerlo, o di presentare la faccenda a un comitato o alla Chiesa, a meno che la cosa non fosse di qualche importanza per quanto riguarda se stesso, la Chiesa o la Verità. (Fine seconda parte)

    (Antiche perle di saggezza biblica, tratte da Studi sulle Scritture Vol. 6 La Nuova Creazione di C.T.Russell 1904- capitolo 6 "Ordine e disciplina nella Nuova Creazione" pp. 288,290)

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  7. Disciplina nell'ecclesia" ( 3 parte)

    Senza dubbio, la maggior parte dei guai della Chiesa (come pure dei guai della società e della famiglia) sorgono non dal desiderio di far del male, e neppure da un male commesso senza averne l'intenzione, ma da malintesi e, almeno, da interpretazioni parzialmente errate di intenzioni o motivi. La lingua è la seminatrice generale di discordie; e pertanto fa parte dello spirito di una mente sana mettere a guardia le labbra come pure il cuore, da cui provengono sentimenti non generosi che, espressi dalle labbra, infuocano passioni perverse e recano spesso danno a molti. La Nuova Creazione, la Chiesa, ha istruzioni rigide su questo argomento importante da parte del suo Signore e Capo. Il suo spirito d'amore deve riempirli quando vanno da soli, in modo privato, dalla persona che sta facendo del male senza conferire con altri o parlarne con alcuno. Essi vanno non per farlo (o farla) vergognare della sua condotta, né per rimproverarlo o altrimenti punirlo, ma per assicurarsi che il male finisca e, se possibile, per ottenere una ricompensa per il danno già subito. Dire ad altri del male, prima o dopo, è crudele, non affettuoso, è contrario alla Parola e allo Spirito del nostro Capo. Non si dovrebbe parlarne neppure per cercare consiglio: abbiamo il consiglio del Signore e dovremmo seguire quello. Se si tratta di un caso speciale, si dovrebbe chiedere consiglio al più saggio degli anziani seguendo la falsariga di un caso ipotetico, in modo da non svelare il vero guaio e la vera persona che sta sbagliando. A meno che il guaio non sia serio, la faccenda dovrebbe limitarsi al richiamo personale di smettere di fare il male, rivolto alla persona che sta errando, sia che essa ascolti o si astenga dall'ascoltare, dall'arrendersi. Ma se si ritiene necessario fare il secondo passo, non si dovrebbe dare nessuna spiegazione del problema a coloro che vengono consultati finché non si radunino in presenza dell'accusatore e dell'accusato. In tal modo si eviteranno "discorsi" calunniosi e il comitato di fratelli si porrà di fronte al caso senza prevenzione e sarà più capace di consigliare saggiamente entrambe le parti; poiché il problema può essere in entrambe le parti o, magari, completamente dalla parte dell'accusatore. In tutti i casi, l'accusato sarà ben impressionato da tale trattamento giusto e sarà più propenso ad arrendersi a tali consiglieri se quanto sta facendo risulti anche a loro uno sbaglio. Ma sia che colui che viene trovato in fallo dal comitato si arrenda o meno, l'intera faccenda rimane ancora strettamente confidenziale e non se ne dovrebbe parlare con nessuno finché, nel caso si ritenga che sia sufficientemente importante, essa venga presentata alla Chiesa e, alla fine, giudicata. Allora per la prima volta è di proprietà comune soltanto dei santi, e nella proporzione di quanto santi sono non desidereranno dire a nessuno di più di quanto è necessario riguardo alle debolezze o ai peccati di qualcuno.
    Nello svolgere le ricerche del tribunale della Chiesa, la faccenda spetta a ciascun individuo; perciò ciascuno deve discernere la giustizia della decisione da se solo. La pena per cui viene tolta l'amicizia è volta a correggere nel verso della giustizia ed è prescritta dal Signore. Serve da protezione per la Chiesa, per separare coloro che camminano disordinatamente, non secondo lo spirito dell'amore. Non deve essere considerata come una separazione perpetua, ma semplicemente finché colui che è condannato non riconosca e non ammetta il suo sbaglio e nella misura in cui è capace di fare ammenda. (Fine terza parte)

    (Antiche perle di saggezza biblica, tratte da Studi sulle Scritture Vol. 6 La Nuova Creazione di C.T.Russell 1904- capitolo 6 "Ordine e disciplina nella Nuova Creazione" pp. 288,290)

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  8. "Se tuo fratello pecca contro di te" di C.T. Russell, tratto dal capitolo 9 "Il giudizio della Nuova Creazione" Vol. 6 di Studi sulle Scritture (Parte 1)

    I giudici competenti della Chiesa sono il Padre e il Figlio e quest'ultimo è il rappresentante del Padre, al quale il Padre ha dato tutto il giudizio. (Giovanni 5:22, 27) Le Nuove Creature non hanno la competenza per essere giudici l'una dell'altra...
    Mentre a livello individuale non dobbiamo giudicare, o condannare, ma dobbiamo aspettare il momento del Signore per la manifestazione pubblica della sua decisione nei confronti di ciascun membro del suo corpo, la "Nuova Creazione", nondimeno in alcuni casi la Chiesa [la congregazione: l'Ecclesia] è, per dovere, tenuta a giudicare. Per esempio, l'Apostolo parla di un caso di fornicazione pubblicamente riconosciuto dal trasgressore contro la morale, e noto alla Chiesa intera; egli dichiara che nell'accettare quale fratello un tale libertino così dichiarato la Chiesa ha commesso un errore; e con questo ha esercitato la sua autorità apostolica nello scomunicare il trasgressore, .....Soltanto il Signore stesso o uno dei suoi apostoli (i dodici speciali di cui Paolo fu l'ultimo, scelto al posto di Giuda) avrebbero l'autorità, il diritto, di procedere nella maniera descritta; proprio come soltanto un apostolo avrebbe potuto trattare come fece Pietro con Anania e Saffira. (Atti 5:1-11) L'Apostolo Paolo spiega ulteriormente la sua posizione, dicendo: "V'ho scritto in un'epistola di non mischiarvi coi fornicatori. Non del tutto [proibendo tutti i rapporti], però, con i fornicatori di questo mondo, o con gli avari o i rapaci, o con gli idolatri; perché altrimenti dovreste uscire dal mondo." Egli faceva loro osservare che una cosa è avere relazioni commerciali con le persone non santificate, e un'altra questione interamente diversa è riconoscere questi individui quali compagni membri della Nuova Creazione. .....
    L'Apostolo brevemente descrive a grandi linee il dovere dei fedeli in casi del genere; e parafrasiamo le sue parole nel modo seguente: "Ciò che vi ho scritto è che non dovreste associarvi con un uomo noto come un "fratello" se costui è un fornicatore, o un avaro, o un idolatra, o un oltraggiatore, o un ubriaco, o una persona rapace, no, nemmeno per una cosa come andare a mangiare insieme a una tale persona. In verità, non sto cercando di giudicare il mondo; sto invece esortandovi nel senso che come Chiesa voi dovreste esaminare coloro che accettate come fratelli. Dio giudicherà coloro che sono di fuori: il vostro dovere è di togliere di mezzo a voi i malvagi. I Cor. 5 .......Ma questo non è in contrasto con il comando di nostro Signore: "Non giudicate per non essere giudicati"? Non dobbiamo prima giudicare il malfattore individualmente e poi parlare, o fare pettegolezzi, su queste sue malefatte o "parlar male" riguardo a costui, in modo tale che la Chiesa intera possa conoscere e ripudiare il malfattore? Assolutamente no: se ben capita, la disposizione divina è pienamente in armonia con se stessa. Se A e B hanno una controversia e A crede di essere stato defraudato da B, egli non deve giudicare B nel senso di condannarlo. Può solo dire: "C'è una controversia tra di noi e mi sento sicuro di essere nel giusto; sebbene B possa sentirsi ugualmente sicuro di sé pensando che abbia ragione lui e che non sia stato fatto nessun torto a me." Può essere che A non escluda B dalla comunione per via di questo fatto, poiché farlo sarebbe giudicarlo, condannarlo. Può dire tra sé e sé: "In tutti i casi è una questione banale, come tra fratelli, e la lascerò passare, nella certezza che B, quale fratello nel Signore, non mi farebbe del male di proposito e che può darsi che il mio punto di vista sia sbagliato e non il suo." (Fine prima parte)

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  9. "Se tuo fratello pecca contro di te" di C.T. Russell, tratto dal capitolo 9 "Il giudizio della Nuova Creazione" Vol. 6 di Studi sulle Scritture 1904 (Parte 2)

    Tuttavia, anche nel caso in cui non fosse capace di vedere le cose in questa maniera, non deve giudicare, non deve decidere che egli ha ragione e che B ha torto, ma deve andare da B e spiegare qual è il suo punto di vista sulla questione e se possibile deve raggiungere un accordo benevolo, fraterno, forse mediante concessioni reciproche. Ma se non riescono a raggiungere un accordo, egli può chiedere a due o a tre dei fratelli più saggi della Chiesa, C e D (fratelli della cui sincerità B ed egli stesso abbiano grande fiducia), di recarsi con lui a trovare B e parlare dell'argomento (non per condannare B, poiché anche A stesso non deve averlo giudicato o condannato), ma per ascoltare la questione alla presenza di A e B e dare il loro consiglio ad entrambi. Questo dovrebbe risolvere la questione in modo soddisfacente per tutti, specialmente se tutti hanno lo spirito d'amore l'uno per l'altro e il desiderio di fare la cosa giusta l'uno verso l'altro quali membri del corpo unto. Ma se non si è stabilita ancora la pace, non ci deve ancora essere nessun giudizio, nessuna condanna, poiché due o tre fratelli non possono "giudicare" ma solo la Chiesa può farlo. Se dopo che A ha preso con sé C e D, costoro hanno dato la loro opinione contro A e a favore di B, ciò dovrebbe por fine alla faccenda. In tali circostanze A non può sottoporre la questione alla Chiesa. Evidentemente sarebbe alquanto presuntuoso e "caparbio" portar avanti la cosa ulteriormente. Gli insegnamenti del Signore non gli danno ulteriore privilegio (Mat. 18:15); ma se fosse ancora insoddisfatto, non siamo al corrente di alcun principio che sarebbe violato se prendesse due o tre altri fratelli competenti e imparziali: E, F, G per andare da B a riascoltare di nuovo il caso e a chiedere il loro parere.
    Ma se, dopo che A ha preso C e D per andare da B, tutti si sono schierati dalla parte della tesi di A secondo cui B avrebbe agito male nei suoi confronti e si sarebbe rifiutato di desistere, e se B dopo un periodo ragionevole si è rifiutato o ha trascurato di riparare il male fatto, A verrebbe a godere del privilegio insieme a C e a D di convocare un'assemblea della Chiesa, alla quale sottoporre tutta la questione da parte di entrambi A e B, poiché si deve supporre che se B è ancora associato con la Chiesa ne riconosca il consiglio e l'autorità e si deve assumere anche che B sia coscienzioso. Quando la Chiesa ascolta la questione, non si deve dimenticare che soltanto i giustificati e i santificati costituiscono la Chiesa e che essi stanno giudicando nel nome del loro Signore e Capo e pronunciano la sentenza di costui. Il punto non è di fare una lotta di fazioni nella Chiesa, ma di preservare la sua unità nei vincoli della pace. A e B non dovrebbero sicuramente votare, né dovrebbe votare nessun altro a meno che non abbia sentito un desiderio di esprimere il giudizio del Signore sulla questione. La decisione dovrebbe essere unanime o tale all'atto pratico, anche se ciò dovesse richiedere qualche modifica degli eccessi del sentimento. Facciamo sempre in modo che la giustizia sia sempre mitigata dalla misericordia: "Bada bene a te stesso, che talora anche tu non sia tentato." Gal. 6:1
    (Fine seconda parte)

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  10. "Se tuo fratello pecca contro di te" di C.T. Russell, tratto dal capitolo 9 "Il giudizio della Nuova Creazione" Vol. 6 di Studi sulle Scritture 1904 (Parte 3)

    La decisione della Chiesa deve essere accettata come finale da parte di tutti; e chiunque si rifiuta di accettare e di adattarsi ai suoi requisiti in tale questione di morale (non di coscienza) deve essere per gli altri "come un pagano o un pubblicano" fino al momento in cui cesserà di sfidare la Chiesa, allorché, certamente, sarà perdonato e ricevuto pienamente nella comunione come prima. L'obiettivo non è quello di abbandonare totalmente il fratello; ma semplicemente di mostrare disapprovazione per quanto riguarda la linea di comportamento sbagliata tenendo di vista che lo si vuole aiutare a correggerla. Trattarlo come "un pagano o un pubblicano" non significherebbe diffamarlo o disonorarlo anche dopo che fosse stato abbandonato. Il popolo del Signore non deve essere diffamatore o calunniatore in nessuna circostanza; il comando generico: "Non parlate male di nessun uomo" vale esattamente per questo caso. Non dobbiamo né parlar male, né guardar male pubblicani o peccatori, né rifiutare di ingaggiare in attività commerciali con essi; invece dobbiamo sospendere la comunione speciale che abbiamo con loro e l'affabilità che si addice ai fratelli della Nuova Creazione e che è posseduta dallo Spirito santo e dal suo amore, dalla sua gioia e dalla sua pace. ....
    Abbiamo considerato la procedura adatta nel giudizio delle offese contro l'individuo; ma in caso del fornicatore citato dall'Apostolo e in altri casi supponibili, l'offesa potrebbe essere contro nessuno in particolare dei membri dell'Ecclesia; ma contro tutti, contro la causa che tutti uniti rappresentiamo. Quale dovrebbe essere il modo di procedere? Potrebbe essere lo stesso di quello adottato per il torto individuale, se il peccato non è di dominio pubblico. Ma se la faccenda fosse nota al pubblico, sarebbe dovere degli anziani citare in giudizio il trasgressore davanti alla Chiesa, senza condurre le visite private preliminari; perché il fatto che la faccenda sia di carattere pubblico ha posto la faccenda stessa in una situazione che va al di là di una qualche composizione a livello privato. (Fine terza ed ultima parte)

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    1. S.D. li sto inserendo come post.Grazie per il lavoro fatto

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non sono tollerate parole non edificanti per la fratellanza ,a discrezione degli autori del Blog. GRAZIE

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